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Chiese Evangeliche e Risorgimento

Un pò di storia
 
LE ORIGINI DEL PROTESTANTESIMO A NAPOLI E NEL MEZZOGIORNO

 

Relatore: Prof.ssa Rosanna Ciappa
Docente di storia del Cristianemsimo Università degli studi di Napoli Federico II

Moderatore: Dott. Giovanni Napolitano
 
 
La conferanza ha evidenziato come le Chiese Cristiane Evangeliche si sono diffuse nella nascente Italia unita con particolare attenzione a quelle Libere, nell'ambito del Risorgimento Italiano, spaziando dalle prime cominità Evangeliche riconosciute dallo Statuto Albertino, alle Associazioni Cristiane e le scuole domenicali che si tenevano a Napoli, che fu l'unico modo per la divulgazione del vangelo, non secondo i dogmi cattolici, ma secondo il libero arbitrio che distingue i Cristiani Evangelici delle Chiese Libere allora nascenti. Anche se l'argomento ha concentrato l'attenzione su Napoli, dove approdarono garibaldini di fede Evengelica e spirito repubblicano.
In quel determminato periodo storico, come la Dott.ssa Ciappa ha evidenziato, fu applicato lo Statuto Albertino, fortemente vicino alla Chiesa cattolica, infatti il primo articolo recita:_Art. 1. - La Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi. In quel periodo, quindi, oltre alla Chiesa Cattolica, furono riconosciuti "...altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi..", erano il culto ebraico e quello valdese, quindi ogni altra forma di culto non era tollerato, ecco la ragione per cui a Napoli nacque "L'ASSOCIAZIONE" perchè era l'unico modo di potersi riunire dei Cristiani Evangelici Liberi.
La Chiesa libera evangelica italiana (o "Chiesa cristiana libera", o semplicemente "Chiesa libera"), è un tentativo ottocentesco di creare una chiesa protestante interamente italiana sulla scia ideale del Risorgimento politico su istanze prevalentemente anticlericali e garibaldine. Fra i suoi promotori principali vi è l'ex sacerdote cattolico barnabita Alessandro Gavazzi (1809-1889). Viene costituita nel 1850 a Londra fra esuli italiani.
La costituzione della "Chiesa Libera" in Italia avviene a Genova nel 1852.
L'idea è quella di unire tutti i protestanti italiani in un'unica chiesa evangelica italiana. L'approccio alla Chiesa valdese, però fallisce per divergenze di natura ecclesiologica e politica.
A differenza dalla chiesa Valdese, infatti, essi ritenevano che la Santa Cena non dovesse essere presieduta da un pastore (consacrato), come l'unico che avesse il diritto di farlo, ma dovesse essere libera per tutti i fratelli.
Le divergenze di natura politica essenzialmente vertevano sul fatto che i primi fossero essenzialmente liberali e democratici, mentre i Valdesi vedevano di buon occhio il governo del Conte di Cavour e la monarchia dei Savoia.
Nel 1854 così avviene una rottura definitiva con i Valdesi.
Nello stesso anno è fondata la Chiesa evangelica cristiana alla quale aderiscono Luigi Desanctis e Bonaventura Mazzarella.
Gli esponenti della chiesa libera, però, si dividono pure fra di loro fra "politicizzati" e "spirituali" che li porterà ad una spaccatura definitiva a Milano il 22 giugno 1870 in occasione dell'auspicata fondazione della Chiesa cristiana libera in Italia (alla quale aderiscono 23 comunità delle 60 esistenti che si ricollegava al movimento originario).
I primi, ispirati da Alessandro Gavazzi, Francesco Lagomarsino e altri propendevano per un modo di essere chiesa più simile al Presbiterianesimo riformato, gli altri che formeranno poi la Chiesa dei Fratelli ispirati alle idee del conte Piero Guicciardini e quelle di Teodorico Pietrocola Rossetti, formano il raggruppamento "Chiese cristiane libere" (plurale)
Diverso fra i due gruppo era il modo di intendere l’impegno civile e politico che per il Rossetti ed il Guicciardini dovevano passare in seconda linea rispetto alla predicazione del Vangelo, ma non così per il Gavazzi e gli altri. Vi era poi un diverso modo di intendere l’organizzazione della chiesa, che secondo Guicciardini doveva rimanere di tipo congregazionalista, mentre il Gavazzi e gli altri miravano, appunto, ad un sistema di tipo presbiteriano, quello seguito dai valdesi.
In terzo luogo era anche in discussione se avere un credo, una confessione di fede, oppure se il credo dovesse soltanto la Bibbia, come affermavano Rossetti e Guicciardini.
A sostegno della linea del Gavazzi interviene un'organizzazione interdenominazionale americana, l'AFCU che manda in Italia un suo rappresentante, William Clark.
Il Clark, che non condivide il radicalismo del Rossetti e del Guicciardini, fonda a Milano una scuola per evangelisti l'intenzione della quale era quella di formare dei predicatori italiani sulla linea del Gavazzi. Questo intervento era soprattutto teso a qualificare seriamente i pastori a livello teologico, cosa avversata dagli "spirituali" che tendevano al biblicismo e vedevano di mal occhio la formazione di una "casta sacerdotale" che si ponesse al di sopra dei "semplici credenti". Altra cosa che gli "spirituali" avversavano era la centralizzazione della direzione della chiesa. Gli "americani" incoraggiano così un "Comitato centrale di Evangelizzazione", formato da sette membri, di cui tre sono stranieri: il pastore Mc Dougall e gli americani William Clark e Abraham Rynier Van Nest (1823-1892).
Nel 1872 il Gavazzi fa un viaggio negli USA per raccogliere fondi per la sua chiesa e nel 1878 riesce a coinvolgere temporaneamente nel suo movimento il patriota, politico e letterato Bonaventura Mazzarella (1818-1882), che però più tardi passerà ai guicciardiniani.
La Chiesa libera però, non sopravvive molto al suo fondatore, morto nel 1889. Per un po' viene guidata dal massone Saverio Fera. Nel 1904 la chiesa libera confluisce ufficialmente nella Chiesa metodista italiana. Diversi suoi membri sono pure assorbiti dai battisti e da altri raggruppamenti evangelici.
“Le Chiese Cristiane Libere” conservano questo nome per un certo tempo; nel 1880 aggiungono il termine “dei fratelli”. Successivamente perdono l’aggettivo “libere” e diventano: “Chiesa Cristiana Evangelica dei Fratelli” e come tali sono conosciute a tutt'oggi.
[image:image-3]Ci sono stati tentativi, nella prima metà del XX secolo, di far rivivere le Chiese Libere ma con poca fortuna. Tra il 1965 e il 1969, il professor Domenico Maselli pensa che sia venuto il momento di far rivivere le Chiese Libere ottocentesche e tenta di raggruppare formazioni di diverso tipo. Questi partecipa alla prima assemblea della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) a Milano, come oratore ufficiale, ma le chiese non accolgono questo progetto. La rinascita delle Chiese Libere, parte cosi da un nucleo di chiese napoletane e romane e la proposta viene estesa ad altre comunità che non si riconoscono né nella Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia né nell'Alleanza Evangelica Italiana (che nasce con l'intenzione di precludere quelle chiese che non aderiscono ad uno stretto biblicismo) inclusi gruppi del Cattolicesimo del dissenso guidati da ex preti.
 
Queste ultime aderiranno poi comunque alla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia definendo sé stesse come "Comunione di Chiese Libere in Italia" ovvero: "La Comunione di chiese libere è costituita da un gruppo di comunità evangeliche libere di tipo battista, presenti soprattutto in Campania, che hanno in comune l'interpretazione letterale della Bibbia, l'indipendenza formale delle singole comunità e il battesimo dei credenti".

BIBLIOGRAFIA : Giorgio SPINI, Risorgimento e protestanti, Il Saggiatore, Milano, 1989 (Claudiana, Torino 2008).
Domenico Maselli, Tra risveglio e millennio, Claudiana, Torino.
Giorgio Spini, L’evangelo e il Berretto Frigio, Claudiana, Torino, 1971.